Custode della famiglia e delle tradizioni, ma tutt’altro che dedita esclusivamente al ruolo di moglie e di madre: “Donna sapiens – La figura femminile nell’ebraismo” è il titolo della quindicesima Giornata Europea della Cultura Ebraica, occasione per discutere di un argomento – la tematica “di genere” nel mondo ebraico e nella società circostante – di grande attualità.
Capofila per l’Italia è quest’anno Ferrara, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e importante luogo della storia ebraica, dove domenica 14 settembre si darà simbolicamente il via alle manifestazioni in tutta la penisola. Entrare in una Sinagoga, assistere a un concerto di musica klezmer o sefardita, partecipare a una degustazione di enogastronomia ebraica o visitare quell’angolo della propria città di cui si è sempre sentito parlare, ma che non si è mai avuta l’occasione di scoprire: sono centinaia gli appuntamenti e le attività che animano all’unisono trenta Paesi europei e oltre settanta località italiane.
Una giornata nata per “aprire le porte”, per favorire una conoscenza diretta della cultura e delle tradizioni ebraiche. E per offrire una domenica di settembre piena e diversa.
La manifestazione si svolge in contemporanea in tutta Europa. E l’Italia, con il suo ricco patrimonio culturale ebraico, con centinaia di eventi proposti e con la presenza di grandi e piccoli festival locali nati anche grazie al successo della Giornata, realizza una delle edizioni più riuscite: sono quasi cinquantamila ogni anno i visitatori nel nostro Paese, circa un quarto del pubblico europeo complessivo.
Un grande appuntamento di festa, condivisione e conoscenza, per soddisfare la diffusa e crescente curiosità per ebrei ed ebraismo.
Perché questo è la Giornata Europea della Cultura Ebraica: una vera e propria “guida per i curiosi”, utile per ampliare il proprio bagaglio con la voglia di scoprire le tradizioni e i luoghi di una minoranza che ha contribuito a scrivere la storia d’Italia e d’Europa. Nella consapevolezza che incontrarsi, comunicare, e anche contrastare qualche luogo comune di troppo, sia possibile solo attraverso lo strumento più efficace, profondo e universale che abbiamo: la cultura.