In trenta Paesi europei, domenica 14 settembre, si apriranno come ogni anno le porte di sinagoghe, musei e altri luoghi ebraici, invitando a concerti, mostre, spettacoli e occasioni di approfondimento: è giunta alla quindicesima edizione la Giornata Europea della Cultura Ebraica, manifestazione coordinata e promossa in Italia dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un momento di condivisione e conoscenza, al quale aderiscono in Italia ben settantasette località che, dal piccolo borgo alle grandi città, si animano di tante iniziative. Con leggerezza, perché riteniamo che la cultura debba essere innanzitutto un piacere fruibile e accessibile; e che, soprattutto, essa sia da classificare tra i “beni primari”, nutrimento e linfa per la società che da essa trae indiscutibili benefici.
La Giornata 2014 ha per filo conduttore un tema, “La figura femminile nell’ebraismo”, che invita a riflettere, da un punto di vista ebraico e non solo, sul ruolo della donna, sulla “questione di genere” e quindi anche sui diritti, sull’uguaglianza, sulle discriminazioni.
Sono sempre presenti, in Italia e nel mondo, preoccupanti manifestazioni di discriminazione e pregiudizio, e recrudescenze di antisemitismo, che ci hanno lasciati costernati, e ci hanno riconfermato nella fermezza di voler contrastare ogni forma di razzismo, di xenofobia e di intolleranza contro chiunque.
In particolare in una giornata che ha come tema “la donna”, vogliamo manifestare la nostra solidarietà a tutte le donne vittime di discriminazioni e soprusi, e denunciare le inaccettabili condizioni in cui ancora oggi le donne vivono in molte parti del mondo.
E’ con questi pensieri e sentimenti che ci apprestiamo a vivere una giornata di festa che è, principalmente, un appuntamento dedicato allo svago e alla conoscenza. Riteniamo infatti che la cultura sia il principale strumento per combattere il pregiudizio, per mostrarne l’infondatezza, per far crescere e progredire la società. Lavoriamo tutti insieme per un futuro di inclusione, in cui si possa convivere pacificamente, ognuno con il bagaglio della propria storia e della propria esperienza.